Schede
Scheda n. 1
Semi Rurali
Scheda n. 2
A ciascuno la sua varietà
Scheda n. 3
Biodiversità agricola in Italia
Scheda n. 4
Leggi regionali sulle
sementi in Italia
Scheda n. 5
La Guerra dei Semi
Scheda n. 6
Il trattato FAO
Scheda n. 7
La conservazione della biodiversità
Scheda n. 8
Semi: dove cercarli
Scheda n. 9
Comunità popolazione
tradizione ed evoluzione
Scheda Tecnica n. 1
Produrre i semi
Scheda Tecnica n. 2
Selezione conservatrice o miglioratrice delle varietà
Scheda Tecnica n. 3
Scheda Tecnica n. 4
Prima di conservare... trattare i semi
Scheda Tecnica n. 5
Conservare i semi
Scheda Tecnica n. 6
La famiglia delle solanacee
Scheda Tecnica n. 7
Solanacee: malattie trasmissibili per seme
Scheda Tecnica n. 8
Pomodoro
Scheda Tecnica n. 9
Melanzana
Scheda Tecnica n. 10
Peperone e peperoncini
Scheda Tecnica n. 11
Patata
Scheda Tecnica n. 12
La famiglia delle Brassicaee
Scheda Tecnica n. 13
I cavoli
Scheda Tecnica n. 14
Frumento (genere Triticum)
Scheda Tecnica n. 15
Frumenti e loro evoluzione
Scheda Tecnica n. 16
Il frumento - Morfologia
Scheda Tecnica n. 17
Il frumento, osservazioni fenologiche e rilievi in campo
Scheda Tecnica n. 18
La storia del miglioramento del frumento duro
Scheda Tecnica n. 19
La battaglia del grano
Guida ai sistemi sementieri
La guida intende fornire un quadro d’insieme chiaro e aggiornato sulle questioni normative e politiche legate all’agrobiodiversità ed in particolare alle risorse genetiche vegetali, ovvero i semi (o altro materiale di propagazione) e le varietà delle specie coltivate. Cosa è possibile fare in azienda? Quali varietà si possono autoprodurre? Come avere accesso alle varietà ai fini di ricerca? Come e perché iscrivere le varietà al catalogo? Come legittimare i sistemi sementieri informali? Come gestire lo scambio? Queste sono solo alcune delle domande cui la guida fornirà alcune possibili risposte.
Gestione dinamica e partecipata di varietà e popolazioni
In un programma di miglioramento genetico convenzionale gli incroci, le prove di selezione e le prove di produzione sono condotte nei centri di ricerca e, in genere, da pochi ricercatori che definiscono non solo gli obiettivi, ma anche a quali ambienti agronomici (in irriguo, in asciutto, terreni marginali, agricoltura organica, etc.) le nuove varietà sono destinate. L'agricoltore viene coinvolto solo alla fine del processo per fare Ie ultime prove varietali. Ciò che si ottiene è una varietà per lo più geneticamente omogenea e che deriva da diversi anni di prove condotte in condizioni di disponibilità di concimi, acqua e pesticidi, in luoghi, le stazioni di ricerca, distanti e diversi da quelli dove le varietà vengono coltivate. La varietà è poi, in genere, riprodotta in ambiente "convenzionale" e che risponde bene per esempio alle pratiche generalizzate di lavorazione post raccolta di carattere industriaIe.